Quasi come da programma, quasi poiché saremmo dovuti andare a Cavo con l'aliscafo, acconsentiamo alla richiesta di Mario che preferisce usare la sua auto; con il mezzo veloce teme di non poter portare con se la sua fedele cagnetta.
Il trasferimento ovviamente ci fa iniziare il cammino decisamente più tardi, cosa che comunque, stranamente non mi da fastidio, la giornata è così bella che sono proprio di buon umore.
Parcheggiata l'auto alla fine della Parata, evitiamo di partire con la GTE ed optiamo per il più breve 61 che in meno di 20 minuti ci consente di raggiungere l'area picnic vicina al mausoleo Tonietti.
Con un passo tranquillo ed un Mario particolarmente loquace, prima della 10,00 arriviamo in vetta al monte Grosso; prima breve sosta soprattutto per fotografare, quindi proseguendo lungo la ripida discesa, non ostante l'andatura "turistica" riusciamo ugualmente a lasciarci alle spalle Mario e Mauro assorti nelle loro conversazioni.
Dovremmo attenderli alla fine del 61 per riunire il gruppetto ed affrontare insieme il bosco di lecci del successivo 62.
Transitiamo all'Aia di Cacio alle 11,10 senza fermarci, non sarà tanto la salita a darci problemi, quanto il vento teso e ghiaccio da nord che dalla vetta del monte Strega ci accompagnerà fino a quella del Capannello.
Superiamo quindi l'asfalto del Volterraio e sempre in gruppo iniziamo l'ascesa per Cima del Monte.
Un po' per l'innato spirito agonistico che contraddistingue Mario, Massimo e me ed un po' per dare una "botta di vita" alla passeggiata, ci mettiamo alla prova volentieri per espugnarne la vetta; cosa che faremo tutti e tre insieme, per poi dover attendere diversi minuti l'arrivo di Luigi e Mauro.
Quindi ci concediamo un'altra sosta (circa mezz'ora) per mangiare un boccone e per scattare le classiche foto ricordo.
Superiamo le piane della Madonna e ci incamminiamo lungo lo sterrato del Buraccio; lo abbandoneremo in prossimità dell'area della vecchia discarica per un sentierino prevalentemente usato da cacciatori che attraverso la macchia ci consente di scendere fino ai piccoli laghetti in zona Elvetelba.
Di proseguire per Portoferraio non ci pare proprio il caso, molto meglio raggiungere la mia auto parcheggiata accanto al bar La Curva e rientrare a casa, dato che sono quasi le 15,00 e poi dobbiamo permettere a Mario di indossare i panni da bikers e di tornare a Cavo in mtb a recuperare l'auto.
"Ti portiamo noi a Portoferraio e ci vai con l'aliscafo" gli proponiamo, ma lui è irremovibile, ha già deciso e fa bene, perchè l'ultima corsa era alle 13.10.
Finisco il diario che è buio da un pezzo, spero proprio che adesso sia già rientrato!
Max