Accetto volentieri l'invito di Pasquale di percorrere un anello con fulcro Santa Lucia, ma dato che il ritrovo è fissato a Colle Reciso per le ore 10,00 (tardi per le mie abitudini), ne approfitto per farmi una camminatina di riscaldamento lungo il 45.
Lascio così l'auto al bivio per San Martino e con lo zaino ben "zavorrato" mi incammino lungo l'asfalto.
Raggiungo la partenza del 45 alle 8,20 e sempre tranquillamente inizio a salire.
Con piacevole sorpresa noto subito le varie opere di messa in sicurezza realizzate di recente, successivamente Pasquale mi confermerà che sono i primi risultati della ditta che ha vinto l'appalto... bene bene, anche se non condivido l'uso sfrenato di tondini in ferro che ne hanno fatto ed i segnavia un pò troppo "artistici".
La giornata stupenda mi impone più volte di fermarmi a scattare qualche foto e ne sono felice, dato che la luce ed i colori sono eccezionali.
Alle 9,08 raggiungo il segnavia in legno del 65 a Buca di Bomba e decido di continuare con la salita dirigendomi verso il Termine, quindi tutta discesa fino a Colle Reciso dove arrivo alle 10.00 precise!
Saluto Pasquale, in compagnia del figlio Davide e con ammirazione il grande Renato Giombini, padre della sentieristica elbana e non solo...
Pochi minuti dopo, con l'arrivo di Elvira, Gabriella, Luciano, Luigi, Mauro e Piero il gruppo è al completo; ci incamminiamo così lungo il 66, ma ne percorriamo solo i primi 740 metri circa, per deviare ad ovest e circoscrivere un'anello in senso orario che attraverso la macchia e magnifiche sughere ci porta alla sommità del colle di Santa Lucia.
Breve sosta per ammirare ed immortalare il panorama e ritorniamo sul 66 per raggiungerne la fine alle Foci.
Lungo la lenta discesa diamo anche qualche colpetto di pennato per tagliare alcuni rami che ostruivano l'originario percorso; quindi, invece di proseguire sul'asfalto della provinciale per raggiungere Val Carene, optiamo per gli sterrati della zona e grazie al suggerimento di un contadino, seguendo il fosso della Madonnina, raggiungiamo presto la meta.
Lungo la lenta discesa diamo anche qualche colpetto di pennato per tagliare alcuni rami che ostruivano l'originario percorso; quindi, invece di proseguire sul'asfalto della provinciale per raggiungere Val Carene, optiamo per gli sterrati della zona e grazie al suggerimento di un contadino, seguendo il fosso della Madonnina, raggiungiamo presto la meta.
L'ora e lo stomaco ci suggeriscono di fare la sosta pranzo, quindi al fresco di un gruppo di pini mettiamo in funzione le mandibole.
Purtroppo per me è scaduto il tempo, così a fine pasto saluto i compagni di trekking che dovranno risalire fino a Colle Reciso (via S. Lucia) ed in pochi minuti raggiungo l'auto.
Piacevole la sorpresa una volta arrivato a casa, mia figlia mi propone di fare una passeggiata, così senza nemmeno cambiarmi, torno a Colle Reciso in sua compagnia, sperando di incrociare il gruppo al ritorno.
Detto fatto, dopo poco siamo nuovamente tutti insieme; raggiunte le auto, Gabriella Luciano e Luigi ci lasciano ed io, per stare un altro pò in giro con la figlia, propongo di fare un salto al vecchio mulino lungo il 65.
Lo raggiungiamo alle 15,20 e non possiamo non ammirare il bel cartello in legno che ne indica la prossimità; purtroppo la zona è ancora "corredata" da vecchi rifiuti, bottiglie in primis e perfino un vecchio ed arrugginito frigorifero, come ci fa notare Elvira.
Il mulino è una vera opera d'arte, un vero peccato che sia così trascurato, attualmente solo dimora di un nido di vespe (quelle tremende...) meriterebbe tutt'altro destino.
Appagati ampiamente dalla visita, ritorniamo verso le auto, sono passate da pochissimo le 16,00 che ci salutiamo definitivamente.
Max
Piacevole la sorpresa una volta arrivato a casa, mia figlia mi propone di fare una passeggiata, così senza nemmeno cambiarmi, torno a Colle Reciso in sua compagnia, sperando di incrociare il gruppo al ritorno.
Detto fatto, dopo poco siamo nuovamente tutti insieme; raggiunte le auto, Gabriella Luciano e Luigi ci lasciano ed io, per stare un altro pò in giro con la figlia, propongo di fare un salto al vecchio mulino lungo il 65.
Lo raggiungiamo alle 15,20 e non possiamo non ammirare il bel cartello in legno che ne indica la prossimità; purtroppo la zona è ancora "corredata" da vecchi rifiuti, bottiglie in primis e perfino un vecchio ed arrugginito frigorifero, come ci fa notare Elvira.
Il mulino è una vera opera d'arte, un vero peccato che sia così trascurato, attualmente solo dimora di un nido di vespe (quelle tremende...) meriterebbe tutt'altro destino.
Appagati ampiamente dalla visita, ritorniamo verso le auto, sono passate da pochissimo le 16,00 che ci salutiamo definitivamente.
Max