Dopo aver assolto ad alcune incombenze domestiche, scappo in direzione di Rio nell'Elba ed una volta superato il castello del Volterraio, in località le Panche parcheggio l'auto nell'ampio piazzale sterrato.
Sono le ore 11,32 quando inizio il cammino lungo il sentiero 253 che offre un ottimo scorcio di Rio nell'Elba.
Pochi minuti e raggiungo il Passo della Croce, evito la GTE davanti a me e proseguo tenendo la destra per un sentiero molto usato dai bikers che conclude la sua corsa sulla strada asfaltata sotto l'Aia di Cacio.
Ne percorro 400 metri abbondanti quindi in prossimità del cartello dell'Orto dei Semplici, mi incammino verso l'eremo di Santa Caterina.
Lo supero senza fermarmi a visitare il giardino (aperto) continuando sul s. 203.
Pochi metri e scorgo i segnavia dell'imminente corsa di trail running, così decido di seguirne il percorso e dopo un breve tratto che mi ha dato l'impressione di essere stato ripulito con troppa fretta e poca attenzione nella macchia circostante, mi ritrovo su un ampio sterrato con cui raggiungo direttamente l'asfalto della Parata.
Lo attraverso e proseguo sul sentiero 211 in direzione del laghetto delle Conche, meta della mia escursione.
In prossimità della Buca dell'Ugliero, mi accorgo che la caduta di un albero ha divelto parte della recinzione metallica a protezione della cavità.
Scatto un paio di foto e proseguo nella discesa.
Meno di un quarto d'ora ed eccomi di fronte al suggestivo specchio d'acqua.
La particolare colorazione rossa è dovuta all'ossidazione del ferro (ematite) che a contatto dell'acqua piovana genera questa particolare colorazione.
Trascorrerò circa venti minuti ad osservare e fotografare questo luogo magico.
Quindi alle 13.36 ripercorro a ritroso il breve tratto del sentiero 206 fino al bivio col 211 (da cui ero sceso) e mantenendomi sul 206 mi incammino verso l'officina del Portello.
Dal tetto sempre più pericolante la struttura nasconde ancora al suo interno una vecchia locomotrice, mentre all'esterno, una teleferica un tempo trasferiva il minerale estratto fino al mare perché potesse essere imbarcato sui mercantili.
Raggiungo così valle Giove, il riflesso del minerale sparso sul terreno è una delle caratteristiche principali di quest'altro ex cantiere minerario, dal particolare aspetto ad anfiteatro in cui l'estrazione del minerale avveniva a cielo aperto.
Risalgo quindi verso la strada della Parata e seguendo il sentiero 203 torno all'eremo di Santa Caterina.
Qualche altra foto e risalito l'asfalto, imbocco il sentiero "Mezza Strega" che passa dalla fonte Acquavivola purtroppo quasi prosciugata.
Una foto alla Cappella di San Pietro, all'inizio del paese e seguendo via Nardelli mi addentro in Rio nell'Elba.
Lo attraverso completamente e con l'impegnativa salita di via Galletti (Buchino) ritorno all'auto alle 15.56 dopo aver percorso 15 chilometri abbondanti.
Max